Le «primule» di Domenico Arcuri, ovvero i centri per le vaccinazioni promessi dal commissario all’emergenza Covid, rischiano di diventare come i banchi a rotelle nelle scuole: avranno costi enormi, potranno essere progettate solo da poche aziende ammesse a partecipare al bando e, soprattutto, arriveranno con gran ritardo.
… Ad andare su tutte le furie sono gli imprenditori che lavorano nel settore degli eventi. Si sentono inspiegabilmente ed arbitrariamente esclusi da Arcuri. Fanno parte di un settore pesantemente colpito dalle restrizioni del governo, «totalmente fermo da marzo 2020 e senza ristori», denunciano. Adesso scoprono che non possono nemmeno dare una mano nella lotta al Covid. L’associazione che li riunisce, la Filiera eventi unita (Feu), parla di «un bando accessibile a pochi, dai criteri inarrivabili e dai costi esorbitanti per la realizzazione ex novo di strutture che poi finiranno chissà dove». Invece, queste aziende ricordano che hanno le strutture necessarie «già pronte e ferme nei magazzini a cifre assolutamente convenienti e adeguate a consentire la vaccinazione di massa». Il presidente Adriano Ceccotti non comprende, ad esempio, per quale motivo sia stato inserito il criterio della pianta circolare: «Le installazioni commerciali rettangolari e quadrate non andavano bene? Non c’è bisogno di tensostrutture fighette, non serve una primula, ma solo un luogo adeguato dove vaccinarsi».
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