FEU è in prima linea per sottolineare la problematica dei codici ATECO, considerati nel recente Decreto Ristori, e che appaiono oggi più di ieri, metodi di definizione inadeguati. Fortunatamente, grazie anche all’intervento di FEU, sono al vaglio la possibilità di sorpassare tale metodo nei prossimi provvedimenti.
“Essere riusciti finalmente a sedersi intorno a un tavolo con gli interlocutori più qualificati – commentano le associazioni aderenti a #Italialive – è un importante punto di arrivo e, allo stesso tempo, di partenza per diffondere il valore dell’industria degli eventi che, ricordiamo, genera un volume di affari di 65,5 miliardi per un impatto diretto sul PIL di 36,2 miliardi, e impiega 570 mila addetti. Un’industria che l’epidemia causata dal covid-19 ha bloccato con perdite pesantissime di fatturato, stimate a oltre l’80%, con una conseguente, drammatica, ricaduta sul piano occupazionale. Siamo un’industria in agonia che necessita di essere sostenuta con tutti gli strumenti possibili”